domenica 10 aprile 2011

Donne in Parlamento, il Ruanda al primo posto nel mondo

Per la prima volta nel mondo un Parlamento eletto è composto in maggioranza da donne. Si tratta del Parlamento del Ruanda, eletto recentemente (i risultati sono stati pubblicati il 18 settembre scorso), in cui 44 donne (54,9%) siedono in un Parlamento di 80 eletti. E' un fatto straordinario che avviene in uno dei paesi più martoriati dell'ultimo ventennio (e forse anche in questo, stando agli analisti, risiede questo risultato).
Il Ruanda supera la Svezia che ha il 46,5% (162) di rappresentanza femminile, il Sudafrica 44,5% (178), Cuba 43,5% (265) , l'Islanda 42,9% (27), l'Olanda 42% (63) e la Finlandia 40% (80).
La presenza delle donne nei Parlamenti del mondo rappresenta uno degliobiettivi di sviluppo del millennio ( ovvero per il 2015 è portare al 50% le donne nei parlamenti).
Purtroppo, salvo l'esperienza del Ruanda e qualche altro isolato caso, l'obiettivo del millennio è lontano in gran parte del resto del mondo, anche in quello ricco.

Se in alcuni stati le donne non sono assolutamente rappresentate (è il caso dell'Arabia Saudita, dell'Oman, del Belize, delle Isole Solomone e altri piccoli stati dell'Oceania), il altri la percentuale è ridicola: in Yemen lo 0,3% (1), in Egitto l'1,8% (8), in Iran il 2,8% (8), in Libano il 3,1% (4), in Mongolia il 3,9% (3), ad Haiti il 4,1% (4), in Georgia il 5,1% (7) e in Ciad il 5,2% (8).

Non sono nemmeno entusiasmanti i dati dei grandi paesi del mondo: il Brasile 8,8% (45), l'India 10,8% (59), il Giappone 11,3% (54), la Russia 14% (63), gli Stati Uniti 16,8% (73), la Francia 18,9% (109), la Gran Bretagna 19, 5 (126), l'Italia 21,3% (134) e la Cina 21,3% (637).
Meglio, tra i paesi che contano nel mondo, la Spagna 36,6% (128), la Germania 32,8% (204)

In Africa, con più alta percentuale di donne in Parlamento, dopo il Ruanda e il Sudafrica, troviamo il Mozambico 39,2% (98), l'Angola 38,6% (85), l'Uganda 31,5 (102) , il Burundi 31,4 (37) e la Tanzania 30,7% (99).
Vi è una singolare relazione tra l'alta percentuale di donne nei Parlamenti e momenti vissuti di forti crisi (in qualche modo superati) nei paesi (Ruanda, Sudafrica, Mozambico, Angola, Burundi) quasi a dire che una volta che gli uomini hanno fallito nel compito di governare sono le donne a prendere il controllo della situazione.
Ad una relativa forte presenza in Parlamento delle donne non corrisponde, in Africa, una reale gestione del potere di governo (vedi post sul potere delle donne africane). Ad oggi in tutto il continenete africano solo la Liberia è guidata da un presidente donna. Thomas Sankara aveva, forse per primo, intuito la potenzialità delle donne africane (vedi post) e la necessità di affidarle la gestione degli stati.

Vale la pena sottolineare i dati negativi africani nei parlamenti di Egitto 1,8% (8), del Ciad 5,2% (8), della Somalia 6,9% (37), della Nigeria 7% (25), del Congo 7,3% (10), dell'Algeria 7,7% (30) e della Libia 7,7% (36).

Al 2015 mancano solo 5 anni, è la strada da percorrere è ancora lunga e difficile.

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