lunedì 21 marzo 2011

MIGRANTI IN PIAZZA - Giustizia e Diritti umani

MIGRANTI IN PIAZZA : COORDINATRICE NAZIONALE ALLA MISNA



Da una piazza Nettuno gremita, a Bologna circa 10.000 persone stanno partecipando alla manifestazione ‘24 ore senza di noi’, la giornata dei migranti in Italia. Dal capoluogo dell’Emilia, regione pilota per il Primo Marzo, sta per partire una lunga marcia per le vie del centro e la coordinatrice nazionale del comitato organizzativo, la congolese Cécile Kyenge Kashetu, dice alla MISNA che “la giornata di oggi, in tutte le piazze e le strade d’Italia la dedichiamo a Noureddine Adnane”, il giovane marocchino morto la scorsa settimana a Palermo dopo essersi dato fuoco in segno di protesta contro l’ennesimo controllo da parte delle forze dell’ordine.
“Migranti e cittadini italiani devono essere uniti, solidali per fare fronte comune contro le politiche di lavoro attuate nel paese, politiche che formalizzano lo sfruttamento della persona umana” insiste la Kashetu tornando subito alla difficile situazione in Nord-Africa, dalla Tunisia all’Egitto, e allo scenario libico. “Urge una revisione della legge Bossi-Fini per consentire ai rifugiati politici di entrare sul territorio e vedere il proprio diritto a chiedere l’asilo rispettato – prosegue la coordinatrice del Comitato 1° Marzo – e già sentiamo parlare di un’emergenza biblica di fronte all’arrivo di numerosi migranti a Lampedusa”. Una lettura politica e strumentale dell’attualità secondo la Kashetu che rivela “una totale assenza di analisi più profonda e globale del fenomeno migratorio su scala mondiale”.
Per quanto riguarda i rapporti privilegiati tra Roma e Tripoli ma anche accordi firmati in generale tra paesi del nord e del Sud del mondo, l’attivista congolese ribadisce che “il rispetto delle persone e dei diritti umani fondamentali sono al di sopra di ogni accordo economico che diventa obsoleto dal momento in cui l’essere umano non viene più rispettato”.
Da Bologna, l’interlocutrice della MISNA puntualizza che in realtà ‘l’impasse’ attuale  non è soltanto il “fallimento delle politiche migratorie dell’Italia” ma soprattutto la conseguenza diretta “del silenzio dell’Unione europea che ha favorito l’accesso e la permanenza al potere di dirigenti che hanno fatto del proprio paese un carcere a cielo aperto”.
L’attivista congolese non fa riferimento soltanto alla Libia ma anche ai numerosi paesi del Sud del mondo, a cominciare dal suo, “le cui ricchezze vengono sfruttate da multinazionali mentre i locali vivono nella totale miseria”. Una mappa della ‘geopolitica dell’economia’ che, secondo la Kashetu , risale ai tempi coloniali (dal patto di Berlino siglato nel 1885) con “le potenze occidentali che si spartiscono i territori dell’altra parte del pianeta in una nuova forma di colonialismo”.

http://www.misna.org/giustizia-e-diritti-umani/migranti-in-piazza-3-coordinatrice-nazionale-alla-misna/

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